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Pentedattilo: alla scoperta dell’ex borgo fantasma della Calabria

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18 Giugno 2023
pentedattilo borgo fantasma calabria

Quando sono stata per la prima volta a Pentedattilo nel dicembre del 2016 mi sono trovata davanti ad uno dei borghi più impressionanti della Calabria. Un’immagine surreale che mi ha tenuta incollata al parabrezza. Più mi avvicinavo, più l’impatto visivo era così forte che ho pensato a come la natura avesse creato questa meraviglia.

Pentedattilo è un presepe di case costruite tra le rocce, adagiate ai piedi del Monte Calvario, un enorme masso simile ad una mano ciclopica, le cui cinque dita, ormai non più evidenti per via dell’erosione, spiegano l’origine del nome proveniente dal greco, “Pentadàktylos”. Per la sua conformazione geologica è entrato a far parte degli 89 geositi che insieme a Pietra Cappa, il monolite più alto d’Europa, ha permesso al Parco Nazionale d’Aspromonte di entrare nella rete dei Geoparchi Unesco.

Pentedattilo: dove si trova l’ex borgo fantasma

Pentedattilo è una piccola frazione di Melito di Porto Salvo, una cittadina situata a circa 30 km da Reggio Calabria ricordata in tutti i libri di storia per il famoso sbarco della Spedizione dei Mille guidata da Garibaldi al ritorno dalla Sicilia.

Ci troviamo nell’estremo sud della costa ionica, nell’area grecanica, disegnata da borghi arroccati su fiumare color argento e paesaggi spettacolari dove cresce il bergamotto e nidifica la tartaruga Caretta Caretta.

Il paese, come molti altri della Calabria, tra cui Roghudi Vecchio e Badolato, iniziò a spopolarsi dopo i terremoti del 1783 e del 1908. Fu abbandonato definitivamente alla fine degli anni ’60 e ’70 a seguito di un decreto di sgombero che costrinse gli ultimi abitanti a spostarsi a valle verso Melito di Porto Salvo.

Dagli anni ’90, grazie all’attività di associazioni, all’apertura di botteghe di artigianato tradizionale e ai vari festival, Pentedattilo è rinato e attira tantissimi viaggiatori e turisti, soprattutto d’estate.

Ma a rendere speciale questo lembo di terra è la civiltà millenaria che custodisce. Qui ancora oggi resiste il grecanico di Calabria, una lingua risalente al periodo in cui gli antichi Greci fondarono le loro colonie sulle coste dell’Italia meridionale. Un idioma che dopo decenni di studi da parte di Witte, Rohlfs e Karanastasis è stato riconosciuto come minoranza linguistica insieme all’arbëresh e all’occitano, parlati rispettivamente a Civita e a Guardia Piemontese.

La storia di Pentedattilo e la strage degli Alberti

Il paese di Pentedattilo fu fondato nel 640 a.C. dai calcidesi. Durante il periodo greco-romano fu un grande centro economico e militare grazie alla posizione strategica sulla vallata di Sant’Elia che permetteva di sorvegliare le vie di accesso al Parco Nazionale d’Aspromonte.

Dopo essere stato occupato dai Bizantini e nel XII secolo dai Normanni, Pentedattilo fu trasformato in baronia e affidato prima al controllo degli Abenavoli Del Franco e poi alla famiglia reggina dei Francoperta. Nel 1589 il feudo gli fu confiscato e ceduto ai marchesi Alberti.

La storia di Pentedattilo ruota proprio intorno alla Strage degli Alberti, compiuta da Bernardino Abenavoli, barone di Montebello Ionico. Il suo amore passionale per Antonietta Alberti, promessa in sposa a Petrillo Cortes dal fratello Lorenzo, lo portò ad organizzare la vendetta e a trucidare tutta la famiglia durante i festeggiamenti pasquali che si tennero nel castello il 16 aprile 1686.

Il barone Abenavoli salvò solo Antonietta che fu rapita insieme al suo futuro marito e portata a Montebello. I due si sposarono dopo tre giorni ma il matrimonio fu annullato successivamente dalla Sacra Rota.

La notizia della strage arrivò al viceré Cortes, che dopo aver aver liberato il figlio, fece uccidere gli uomini di Bernardino. Il barone riuscì a fuggire portando con sé la sua amata Antonietta; lui entrò nell’esercito e lei fu rinchiusa in un convento di clausura di Reggio Calabria.

La leggenda racconta che nelle sere d’inverno tra le rocce di Pentedattilo si ascoltino le urla di dolore del marchese Lorenzo Alberti.

Pentedattilo: cosa fare e vedere in uno dei borghi più belli della Calabria

Di Pentedattilo te ne ho parlato sia nella mia guida turistica della Calabria ma anche nell’articolo sui 7 borghi da visitare almeno una volta nella vita.

Appena arrivi nell’ex paese fantasma c’è la chiesa parrocchiale di San Pietro e Paolo con il suo particolare campanile cuspidato. Al suo interno trovi la lapide della famiglia Alberti, protagonista della tragica strage del 1686.

Prosegui la visita facendo un giro nelle piccole botteghe artigiane, le uniche a tenere vivo il paese durante tutto l’anno. C’è quella di Giusina dove puoi trovare tantissimi oggetti in legno della tradizione grecanica, realizzati dagli artigiani locali e lavorati con un coltellino usato dai pastori, ricostruito con un corno di capra e una lama di acciaio.

Da non perdere neanche l’assaggio di due liquori top del territorio, il kephas e il noto bergamotto. Il primo, molto amato dalle donne per il gusto e la gradazione, è un digestivo a base di 3 erbe aromatiche che nascono spontaneamente nell’area grecanica: alloro, finocchio e liquirizia. Per la sua composizione aromatica assomiglia un po’ al classico Amaro del Capo, che sicuramente conoscerai, ma quel tocco di liquirizia lo rende leggermente più dolce e amabile.

Una tappa la meritano il Museo delle Tradizioni Popolari che custodisce oggetti della tradizione contadina e il piccolo Museo del Bergamotto che conserva dei reperti della lavorazione dell’agrume tipico della provincia di Reggio Calabria.

Prima di andare via da Pentedattilo sali verso i ruderi del castello degli Alberti e poi concludi il tour all’affresco settecentesco di San Cristofaro, situato fuori dal centro abitato. L’autore è ignoto ma i colori e la tecnica del dipinto sono identici a quello che si trova nella Villa Caristo di Stignano, bellissima dimora del ‘700 e unico esempio di arte barocca in Calabria.

La leggenda racconta che San Cristofaro fosse un uomo molto forte e per questo motivo l’opera è stata posta sotto quella roccia: finché il santo sarà lì, terrà sulle spalle il peso dell’enorme masso.

Se puoi fermati fino al tramonto perché ammirare l’Etna è sempre uno spettacolo. Alla tua destra noterai anche le imponenti Rocche di Prastarà.

Pentedattilo e i viaggiatori del Grand Tour

“L’apparire di Pentedattilo è perfettamente magico, e ripaga qualunque sacrificio fatto per raggiungerla. Selvagge sommità di pietra spuntano nell’aria, aride e chiaramente definite in forma (come dice il nome) di una mano gigantesca contro il cielo, le case di Pentedattilo sono incuneate all’interno delle spaccature e dei crepacci di questa piramide spaventosamente selvaggia, mentre tenebre e terrore covano sopra l’abisso attorno alla più strana abitazione umana.”

Edward Lear

Il fascino storico e naturalistico di Pentedattilo ha catturato la sensibilità non solo dei viaggiatori europei del Grand Tour ma anche di scrittori e artisti che gli hanno sempre dedicato un pensiero o un disegno, tra cui Maurits Cornelis Escher ed Edward Lear.

Escher visitò la Calabria nel maggio del 1930 insieme a tre amici svizzeri: Giuseppe Haas Triverio, Robert Schiess e lo storico Jean Rousset. Arrivò a Pizzo Calabro e poi proseguì il suo viaggio toccando diversi borghi tra cui TropeaScilla, Stilo, Morano Calabro e Rocca Imperiale.

L’eclettico artista olandese realizzò quattro splendide incisioni di Pentedattilo che ho avuto la fortuna di ammirare nel 2018 al Complesso Monumentale del San Giovanni a Catanzaro durante la mostra “Escher, la Calabria, il mito”.

Pentedattilo 1930 – Maurits Cornelis Escher

A farsi conquistare più di tutti però è stato Edward Lear, noto per i suoi limerick. Lo scrittore e viaggiatore inglese nell’estate del 1847, accompagnato dal suo amico John Proby, dal mulattiere Ciccio e da un asino, scoprì a piedi gli angoli più belli dell’area grecanica. Un’esperienza così talmente coinvolgente che raccontò nel suo “Journals of a landscape painter in Southern Calabria”, pubblicato nel 1852 e che oggi puoi leggere sul libro edito da Rubbettino “Diario di un viaggio a piedi”.

L’itinerario iniziò da Reggio Calabria il 25 luglio del 1847 e terminò nella stessa città il 5 settembre, dopo aver attraversato circa quaranta paesi della provincia, tra cui Pentedattilo.

Trekking ed escursioni da fare a Pentedattilo e dintorni

Il Sentiero dell’Inglese

L’esperienza di Edward Lear ha ispirato la creazione del “Sentiero dell’Inglese”, un percorso di trekking da Pentedattilo a Staiti della durata di sette giorni. Un viaggio slow tra fiumare, giardini di bergamotto e piccoli borghi dove vive una comunità che parla ancora il greco di Calabria.

Puoi seguire questo sentiero da solo grazie alle tracce gpx disponibili sul sito e usufruire dell’ospitalità diffusa presente sul territorio. In alternativa puoi affidarti alla Cooperativa Naturaliter che si occupa di tutta la parte organizzativa.

Per approfondire puoi dare un’occhiata qui sotto.

Trekking in Calabria: 18 escursioni in aree naturalistiche fuori dall’ordinario

Rocche di Santa Lena

Le Rocche di Santa Lena, situate nel territorio di Montebello Ionico, sono delle imponenti formazioni rocciose che disegnano il paesaggio grecanico di Pentedattilo.

Lascia la macchina nel parcheggio antistante il borgo, raggiungi la piazzetta della Chiesa di San Pietro e Paolo e prendi la strada sulla destra.

La prima parte del percorso è in salita con un dislivello di circa 300 metri ma la vista è favolosa: di fronte l’Etna fumante, a est Bova, capitale dell’area grecanica e ad ovest gli spuntoni arenari delle Rocche di Prastarà, eremo di Sant’Elia, monaco bizantino.

Rocche di Prastarà

Le Rocche di Prastarà, come le Rocche di Santa Lena, si trovano nel comune di Montebello Ionico. Questi monoliti miocenici dell’area grecanica sono stati scelti dall’eremita Sant’Elia da Enna, definito anche ” Il Giovane”, per ritirarsi in preghiera, e come location del film del 1952 “Il brigante di tacca del Lupo” del regista Pietro Germi.

Il geosito ha una grande rilevanza dal punto di vista storico e archeologico. Qui sono stati ritrovati reperti risalenti all’età del bronzo nel periodo compreso tra il 2200 e il 900 a.C. e rinvenuti pezzi di vasi in terracotta con incisioni raffiguranti punte di lancia in ossidiana e frammenti di utensili dello stesso materiale.

Calanchi di Maro Simone

Raggiungere i calanchi di Maro Simone per me è sempre una gioia perchè incontro una cavalla semi selvaggia abbastanza tranquilla che vive in quella zona e che mi tiene compagnia.

È un percorso molto semplice anche se lungo circa 10 km. Puoi seguire la strada sterrata che costeggia il cimitero di Roghudi e poi risale dall’altra parte andando verso Monte Cappelli, o in alternativa partire dal borgo di Melito Vecchia e salire verso Contrada Annà.

Eventi di interesse a Pentedattilo

Il borgo di Pentedattilo lo puoi scoprire durante tutto l’anno ma ci sono due eventi organizzati orientativamente a dicembre e ad agosto che richiamano visitatori e giovani registi da tutto il mondo.

Pentedattilo Film Festival

Dal 2006 l’ex borgo fantasma ospita il Pentedattilo Film Festival, una rassegna internazionale dedicata ai cortometraggi, simile al Guarimba Film Festival di Amantea ideato da Giulio Vita. Un cinema a cielo aperto in cui le case, ormai disabitate, sono usate come sale cinematografiche e la chiesa come luogo d’incontro per workshop, convegni e dibattiti tra artisti provenienti da tutto il mondo.

Un evento culturale che porta in questo piccolo scrigno calabrese non solo un po’ di movimento ma anche una soffiata di modernità che si fonde al respiro di millenni di storia antica.

Per rimanere aggiornata ti consiglio di dare un’occhiata al sito web:

 www.pentedattilofilmfestival.net

Paleariza Festival

Il Paleriza Festival è un altro evento internazionale dedicato alla cultura grecanica, in particolar modo alla musica. È una rassegna itinerante che parte da Reggio Calabria e poi tocca i suggestivi borghi della provincia, tra cui Condofuri, Roghudi e tanti altri per poi terminare a Bova, uno dei borghi più belli d’Italia.

L’obiettivo di questa manifestazione è quello di valorizzare il Parco culturale della Calabria grecanica, attraverso dei corsi di lingua greca e l’organizzazione di rappresentazioni teatrali, workshop, mostre e percorsi di trekking per far conoscere le aree interne del territorio.

Per maggiori informazioni visita il sito www.paleariza.it.

Dove dormire a Pentedattilo

Se vuoi vivere la magia di questo borgo e isolarti per qualche giorno ti consiglio le Case Rurali di Pentedattilo gestite da Francesco Praticò e sua moglie Francesca. Sono delle classiche abitazioni del posto restaurate seguendo i criteri dell’arte povera.

La coppia gestisce anche il B&b – Wine bar Casa Vela a Chianalea di Scilla.

Info: Case Rurali Pentedattilo – tel. 329 364 9711

Come arrivare a Pentedattilo

  • Da nord. Percorrere tutta la strada statale 106 Jonica/E90 fino ad arrivare a Melito Porto Salvo. Da qui prendere lo svincolo per Annà seguendo le indicazioni per Pentedattilo fino ad arrivare al piccolo parcheggio.
  • Da sud. Segui la strada statale 106 Jonica/E90 fino a Saline Joniche in direzione Borgata di Sant’Elia. Prendi via Nazionale e poi imbocca la strada per Pentedattilo.

Cosa fare e vedere nei dintorni di Pentedattilo

Direzione Reggio Calabria

  • Melito di Porto Salvo
  • Montebello Ionico
  • Promontorio di Capo D’armi
  • Antiquarium di Lazzaro
  • Motta San Giovanni e il Castello di Santo Niceto
  • Pellaro, una delle località più note per volare con il kitesurf
  • Reggio Calabria

Direzione Locri

Un itinerario per te

Se dopo Pentedattilo vuoi scoprire l’intera costa ionica condivido con te l’itinerario on the road di 7 giorni, da Reggio a Catanzaro. Lo trovi qui:

3 itinerari on the road in Calabria dalla costa ionica alla tirrenica

Ti lascio alla visione di questo video di Pentedattilo!

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