Tra le montagne selvagge e le spiagge caraibiche affollate dai turisti, la Calabria nasconde un’anima timida e autentica, quella di cui mi sono innamorata. Quella scoperta in lungo e in largo dai viaggiatori del Gran Tour che nell’Ottocento la esplorarono a piedi. Quella che non ama parlare tanto di sé ma che va scoperta fino in fondo se vuoi comprendere veramente questa terra magica e contraddittoria allo stesso tempo. È quella dei borghi: piccole gemme lontane dal turismo di massa dove puoi vivere le giornate secondo i tuoi ritmi e connetterti con la bellezza che ti circonda.
Ecco i sette borghi calabresi che dovresti assolutamente visitare se vieni in Calabria o se vuoi scoprire ancora di più la tua terra.
1. Pentedattilo (RC)

Sospeso tra l’Aspromonte e lo Ionio, questo piccolo paese del reggino situato sopra Melito Porto Salvo, ti regala uno scenario incredibile sia di giorno che di sera con il profilo maestoso dell’Etna che domina l’orizzonte.
Il suo nome in greco, “Pentadàktylos”, significa cinque dita, come i pinnacoli d’arenaria del Monte Calvario che protegge il centro abitato simile ad un presepe.
A farsi conquistare da Pentedattilo ci furono anche artisti e viaggiatori del Grand Tour, tra cui il famoso incisore e grafico olandese Maurits Cornelis Esher che negli anni ’30 realizzò diverse incisioni ed Edward Lear che nel 1847 esplorò a piedi insieme ad un mulo tutta l’area grecanica.
Se ti va puoi leggere l’articolo speciale che gli ho dedicato:
Pentedattilo: alla scoperta dell’ex borgo fantasma della Calabria
2. Civita (CS)

Il secondo paese calabrese che ti suggerisco di inserire nel tuo itinerario è Civita, una delle comunità arberëshe più antiche sul territorio italiano.
Il suo insediamento fu fondato nella seconda metà del Quattrocento da esuli dall’Albania in fuga dall’occupazione ottomana e ancora oggi i civitesi, minoranza etnica riconosciuta e tutelata, parlano regolarmente l’albanese e conservano le loro tradizioni, dal rito greco-bizantino alla musica e alla danza.
Nel mio borgo del cuore, incastonato come un nido d’aquila sui primi contrafforti del Parco Nazionale del Pollino, ci sono tornata decine di volte ed è sempre una magia. La magia di andare a caccia delle curiose case Kodra, la magia di trovarsi su un ponte sospeso sulle Gole del Raganello, la magia di salire sulla dorsale e trovarsi di fronte l’immensa Timpa del Demanio, una delle montagne più suggestive che potrai vedere nella tua vita.
Per approfondire puoi dare un’occhiata ai post qui sotto.
- Le curiose case Kodra di Civita
- Civita: il borgo dall’anima arbëresh del Pollino
- Trekking nel Parco del Pollino
3. Bova (RC)

La piccola capitale dell’area grecanica, chiamata anche Bovesia, è Bova (Vùa in dialetto greco calabro), appollaiata a 820 metri di altezza su uno sperone di roccia dominato dalle rovine di un castello normanno e con il mare della Costa dei Gelsomini all’orizzonte. La gente del posto la definisce “i Chora”, ossia il paese per antonomasia, in virtù dell’importanza che ha avuto fin dall’epoca bizantina.
Fino agli inizi del ‘900 era il centro più popolato della zona ma con l’abbandono delle aree interne oggi conta circa 400 abitanti.
Qui resiste una delle più antiche minoranze linguistiche d’Italia e la più studiata in Europa, quella del grecanico di Calabria, un idioma dalla storia millenaria che si parla ancora in alcuni borghi del reggino grazie anche all’impegno dell’Associazione Jalò Tu Vua che ogni anno organizza il To ddomadi greko, una scuola estiva di lingua greca di Calabria.
Prima di addentrarti in paese prenditi qualche ora per visitare il Museo della Lingua Greco-Calabra dedicato al glottologo tedesco Gerhard Rohlfs e poi segui il Sentiero della Civiltà Contadina realizzato da Saverio Micheletta, un percorso all’aperto disseminato di tipici strumenti della cultura tradizionale.
Non andare via da qui senza assaggiare la lestopitta, il simbolo della gastronomia di Bova.
4. Gallicianò (RC)

Parlando della lingua greca di Calabria non posso non citarti Gallicianò, l’unico borgo interamente ellenofono dove gli anziani custodiscono tenacemente la memoria storica dei greci di Calabria, dalla lingua alla cucina, dalle danze all’arte della tessitura della ginestra e dell’intaglio del legno.
Fermati a leggere la poesia d’amore scritta in greco e poi sali verso la piccola chiesa ortodossa di Panaghìa tis Elladas (Madonna dei Greci) edificata grazie all’impegno dell’architetto Domenico Nucera, anche chiamato “Mimmo l’Artista”.
Una sosta la merita il Museo Etnografico “Anzel Bogasari-Merianoù” realizzato grazie alle donazioni degli abitanti e che prende il nome dalla filologa greca che negli anni ’70 del secolo scorso raggiunse la vallata per studiarne lingua e cultura.
5. Sant’Agata del Bianco (RC)

Il paese di Sant’Agata del Bianco l’ho scoperto in una delle mie camminate a piedi in solitaria. Sono partita dalla stazione di Bianco e dopo un paio di ore di cammino sono arrivata nel borgo natio di Saverio Strati, uno dei grandi scrittori calabresi del ‘900 con romanzi come “Tibi e Tascia”, vincitore del premio internazionale Veillon, e “Il selvaggio di Santa Venere” con cui si è aggiudicato il Premio Campiello nel 1977.
Parti dalla casa natale dello scrittore e dal Museo delle Cose Perdute di Antonio Scarfone e poi vai alla ricerca dei tantissimi murales che colorano il centro storico, tra cui quello più bello di Tibi e Tascia di Andrea Sposari ispirato proprio dal libro di Saverio Strati. Segui anche la Via delle Porte Pinte disegnate dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria e poi fermati al Museo degli Artisti Santagatesi.
Se hai tempo ti consiglio di uscire dal paese e raggiungere le campagne per ammirare le opere di Vincenzo Baldissarro che ha scolpito la roccia dei palmenti per creare delle sculture che richiamano l’Odissea, tra cui le Sirene Dormienti.
6. Morano Calabro (CS)

Dopo Civita, uno dei borghi calabresi più belli da visitare nella provincia di Cosenza è Morano Calabro, un magico presepe dove le case sono adagiate le une alle altre, in una sorta di gioco ad incastro. Un labirinto di vicoli caratterizzati da brevi pensieri sui portoni e scorci sul Massiccio del Pollino che regalano dei paesaggi unici tutto l’anno. Scenari di cui si innamorò Maurits Cornelis Escher che visitò la Calabria negli anni ’30.
Parti dalla Chiesa di San Bernardino da Siena, prosegui verso la Collegiata di Santa Maria Maddalena per ammirare il Polittico dipinto dal veneziano Bartolomeo Vivarini e poi inizia la salita tra le viuzze del Rione San Nicola fino ad arrivare al Castello. Fermati qui e fai un giro al Centro Naturalistico Il Nibbio per ammirare gli habitat naturali del Pollino e scoprire l’affascinante storia di questo posto unico.
Altri articoli che puoi leggere per approfondire.
- Morano Calabro: cosa vedere nel borgo sospeso tra le vette del Pollino
- Recupero centri storici: il progetto del Centro Naturalistico “Il Nibbio” di Morano Calabro
- Trekking nel Parco del Pollino
- Parco di lavanda in Calabria
- Escursione sul Serra Dolcedorme
7. Fiumefreddo Bruzio (CS)

Concludo questo articolo sui borghi da visitare in Calabria con quello che mi ha colpito per i tramonti: Fiumefreddo Bruzio. Un piccolo gioiello vicino Amantea noto per essere stato dalla metà degli anni ’70 la residenza estiva dell’artista siciliano Salvatore Fiume che era approdato qui per caso ed era rimasto folgorato dalla sua bellezza.
Fai un giro tra i suoi vicoli medievali, fatti coccolare a pranzo dalle bontà dell’Osteria Convivio e poi aspetta su Piazza Torretta i momenti magici che si avvicinano al tramonto, quando il sole è pronto a tuffarsi nelle splendide acque color turchese del mar Tirreno.
Per approfondire:
Fiumefreddo Bruzio: cosa vedere nel borgo dei tramonti
Itinerari per te
Se vuoi realizzare un itinerario che comprenda i borghi, nell’articolo qui sotto ne condivido tre: il primo di 10 giorni dal Pollino a Isola Capo Rizzuto, il secondo di 7 giorni sulla costa ionica da Reggio a Catanzaro e l’ultimo di 5 giorni che parte da Praia a Mare e finisce a Scilla.
3 Itinerari on the road in Calabria dalla costa ionica alla tirrenica
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