Il Parco Archeologico di Locri Epizefiri, scoperto nel 1889 dall’archeologo Paolo Orsi, è uno dei siti a cui sono più affezionata. Dal 2016 ad oggi l’ho visitato diverse volte e mi sono resa conto che scoprire palmo a palmo 300 ettari è veramente difficile e non lo si fa nemmeno in una settimana, almeno per me che sono abituata alle esplorazioni lente e sento la necessità di tornare più volte nello stesso luogo.
Gli scavi dell’antica città si trovano a circa 5 km dal centro cittadino e documentano la vita della colonia magno-greca fino all’età romano-imperiale.
Sommario
- Locri Epizephyrii: breve storia dell’ultima colonia della Magna Grecia
- Museo Archeologico Nazionale di Locri Epizefiri
- Personaggi famosi nati a Locri Epizefiri
- Tempio di Contrada Marasà
- Santuari dedicati alle dee
- Casino Macrì
- Palazzo Nieddu del Rio
- Teatro greco-romano di Portigliola
- Orari e costo biglietto
- Cosa vedere nei dintorni
Locri Epizephyrii: breve storia dell’ultima colonia della Magna Grecia
“A Locris Italiae frons incipit,
(Plinio il Vecchio, Naturalis Historia III 95)
Magna Graecia appellata”
Da Locri ha inizio la fronte dell’Italia,
chiamata Magna Grecia
Locri Epizefiri fu fondata alla fine dell’VIII secolo a.C. dai coloni provenienti dalla regione greca della Locride che inizialmente decisero di stabilirsi presso il promontorio Zefirio, l’attuale Capo Bruzzano, per poi spostarsi più a nord in una zona pianeggiante. Ecco perché il primo insediamento si chiamò Locri Epizephyrii.
Fu ricordata a lungo grazie a Zaleuco che intorno al 660 a.C. diede alla sua città natale e all’intero mondo occidentale il primo codice di leggi scritte.
Negli stessi anni (VII secolo a.C.) avvenne l’organizzazione urbanistica della città e del suo territorio.
Nella seconda metà del VI secolo a.C. i locresi, alleatesi con i reggini, sconfissero inaspettatamente l’esercito di Crotone nei dintorni del Sagra, si ipotizza fosse il Fiume Allaro o Torbido. Secondo la leggenda, a dare un supporto determinante alla vittoria, furono i Dioscuri, Castore e Polluce, gemelli figli di Zeus e di Leda, che una volta terminata la battaglia sparirono nel nulla.
Dopo diverse vicende Locri Epizefiri passò sotto il dominio romano e mantenne ancora un certo prestigio fino a quando nel VII secolo d.C. fu devastata dai Saraceni e gli abitanti superstiti furono costretti a rifugiarsi a Gerace.
Museo Archeologico Nazionale di Locri Epizefiri
La visita dell’enorme sito archeologico di Locri Epizefiri inizia dal Museo Nazionale, inaugurato nel 1971 con il nome di “Antiquarium” e ristrutturato nel 2022.
È sviluppato su due livelli: il primo piano, intitolato a Paolo Orsi, ospita i reperti provenienti dalle necropoli della polis magno greca e parte di quelli ritrovati nelle aree sacre fuori le mura. Nel secondo, dedicato a Khaled al-Asaad*, sono custodite altre testimonianze rinvenute nei santuari e dentro le mura della città (tempio di località Marasà, Marafioti, quartiere produttivo di Centocamere).
Tra i ritrovamenti più interessanti ci sono alcune delle 39 tabelle di bronzo scritte in dialetto dorico e scoperte all’interno della Teca del santuario di Zeus Olimpio. Le tavole rappresentano la testimonianza legislativa che ha permesso di capire quali erano le varie attività della città di Locri Epizefiri.
Una delle opere d’arte più eleganti è l’arula votiva del 460 a.C. con la rappresentazione della Nike alata che tiene in mano le bende, destinate all’atleta vincitore della gara agonistica. La foto di questo bellissimo reperto è stata selezionata nel 2016 dal Mibact per essere presente alle Olimpiadi di Rio de Janeiro.
* Khaled al-Asaad è stato il direttore del museo e del sito archeologico di Palmira (Siria) che si è sacrificato per proteggere i tesori dell’antica città.
Personaggi famosi nati a Locri Epizefiri
Nella colonia di Locri Epizefiri sono nate diverse figure apprezzate a quel tempo. La più nota è di sicuro quella di Zaleuco, autore del primo codice di leggi scritte del mondo occidentale. Su di lui non si sa moltissimo. Si pensa sia stato istruito da Atena.
Altri rilevanti personaggi locresi sono stati:
- la poetessa Nosside, emula di Saffo, vissuta a Locri agli inizi del III secolo a.C. e nota per la sua particolare dedizione all’universo femminile.
- Timeo, vissuto probabilmente nel V secolo a.C., è stato un filosofo pitagorico, giurista e astronomo oltre che autore di un trattato “Sulla natura del cosmo e dell’anima”. Da quello che risulta ha anche ricoperto incarichi politici ed è stato citato da Dante Alighieri nel IV canto del Paradiso.
- Il citarista Eunomo raffigurato in una statua con in mano la sua cetra sulla quale era posata una cicala di cui parla il geografo Strabone.
- Eutimo e Agesidamo, pugili locresi che vinsero ai giochi olimpici durante il V secolo a.C..
- Senocrito, musico e poeta lirico vissuto tra la seconda metà del VII e gli inizi del VI secolo a.C.. Il suo nome è citato insieme a tanti altri artisti nell’opera pseudo-plutarchea “Della musica”. L’artista locrese divenne anche il suonatore di flauto più noto nel mondo dell’antica città di Argo.
Tempio di Contrada Marasà
Il tempio di Contrada Marasà si trova alle spalle del Museo Nazionale di Locri Epizefiri ed è l’unico tempio ionico della Magna Grecia. Ha attraversato ben tre fasi di costruzione, tra il VII e il V secolo a.C. e seguito quella che era l’architettura dell’isola greca di Samo con le colonne alte circa 12 metri. Oggi rimane solo il basamento e parte di una colonna del 480 a.C..
A decorare il santuario c’era il “trono Ludovisi”, celebre scultura in marmo trafugata e ritrovata nel 1887 all’interno della villa del cardinale Ludovisi. L’opera, oggi esposta al Palazzo Altemps di Roma raffigura nella parte centrale la dea Afrodite che esce dalle acque grazie all’aiuto di due ancelle. Sui lati sono disegnate una suonatrice di flauto e una donna che depone l’incenso in un brucia-essenze.
Nell’area di Contrada Marasà sono state ritrovate le statue dei Dioscuri, Castore e Polluce, figli gemelli di Zeus. Il gruppo marmoreo, visitabile nel Museo Nazionale di Reggio Calabria, costituiva la decorazione scultorea del frontone occidentale del tempio.
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Santuari dedicati alle Dee
I templi dedicati al culto femminile sono numerosi, sia all’interno che fuori le mura della città di Locri Epizefiri. Tra quelli più importanti ci sono:
• il Santuario di Persefone con i famosi pinakes, ossia tavolette ex-voto di terracotta della prima metà del V secolo a.C. decorate a rilievo, raffiguranti scene relative al rapimento di Kore da parte di Hades, rappresentazioni simboliche dell’aldilà e pratiche devozionali connesse alle nozze e al passaggio delle ragazze all’età adulta. La maggior parte di questi reperti, trovati in località Mannella, si trova nel Museo Nazionale di Reggio Calabria.
• Il Tempio di Afrodite in località Centocamere, dove sono stati scoperti i resti di un particolare edificio, definito “stoà ad U” dove avveniva la prostituzione sacra, definita così perché praticata dalle donne sacerdotesse, il cui ricavato era devoluto al tempio.
Casino Macrì
Questa masseria ottocentesca è stata costruita sui resti di un complesso termale di epoca romana imperiale. Il primo piano ospita una sezione distaccata del Museo Nazionale di Locri, dove sono ancora visibili sui muri le giornate agricole dei coloni.
Tra i reperti più importanti ci sono la vasca in breccia d’aleppo, un conglomerato di marmi policromi di grande valore proveniente dall’Asia Minore, e il togato di Petrara, una statua in marmo alta più di due metri raffigurante un magistrato romano.
Palazzo Nieddu del Rio
Dopo aver visitato il Museo e Parco Archeologico di Locri Epizefiri ti consiglio di fare tappa al “Museo del Territorio” di Palazzo Nieddu del Rio, situato nel centro cittadino di Locri e inaugurato nel 2018.
La struttura museale, organizzata su due livelli, ospita le testimonianze precedenti all’arrivo dei greci fino all’età ellenistica. La sala al piano terra racconta la vita delle popolazioni indigene che abitarono quest’area grazie alla campagna di scavi effettuata nella prima metà del ‘900 da Paolo Orsi nell’entroterra della colonia, definita “Ianchina“. Qui sono state ritrovate più di 100 tombe a camera risalenti all’Età del Ferro (850-720 a.C.).
Al primo piano sono presenti diversi reperti provenienti dalle necropoli e dal Santuario della Mannella costituiti da collezioni private, tra cui quella più rilevante riferita al mondo femminile di Domenico Candida. A questi si aggiungono quelli di età pre-protostorica rinvenuti durante le indagini condotte durante la realizzazione della ss106 ionica.
Teatro greco-romano di Portigliola
Il Teatro greco di Portigliola si trova in una zona leggermente collinare a 1,5 km dal Museo e Parco Archeologico di Locri Epizefiri.
Risalente alla prima metà del IV secolo a.C., era perfettamente inserito nell’area urbana della colonia locrese.
Era formato da una cavea con sedili in calcare e da una costruzione che poteva ospitare fino a 4.500 spettatori.
Museo e Parco Archeologico di Locri Epizefiri: orari e costo biglietto
Il Parco Archeologico di Locri Epizefiri si trova sulla strada statale 106 ionica a soli 10 minuti di macchina dalla Villa Romana di Casignana.
È aperto dal martedì alla domenica dalle ore 9.00 alle 20.00. L’ultimo ingresso è un’ora prima del tramonto.
L’ingresso al museo e al Parco Archeologico costa 5,00 € ed è gratuito per tutti la prima domenica del mese.
Cosa vedere nei dintorni
- Villa Romana di Casignana (16 minuti)
- Gerace (17 minuti)
- Antonimina (20 minuti)
- Musaba (27 minuti)
- le Dolomiti del Sud di Canolo Vecchio (31 minuti)
- Sant’Agata del Bianco (33 minuti)
- Brancaleone (35 minuti)
- Samo e l’antico borgo di Precacore (36 minuti)
- Bosco di Rudina – Ferruzzano (49 minuti)
Per scoprire la costa ionica reggina puoi acquistare la mia guida turistica della Calabria oppure consultare gli itinerari di viaggio che ho preparato per te:
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