Serra Dolcedorme: emozioni senza fine, dieci ore di cammino, 20 km macinati, tanto fiatone e muscoli delle gambe indolenziti, ma felicità e adrenalina a mille per essere arrivata sulla cresta più alta dell’Appennino Meridionale.
Percorrendo il sentiero per arrivare al Serra Dolcedorme, a quota 2.267 metri di altezza, mi sono trovata davanti il paesaggio più bello della mia vita, uno di quelli che sarà difficile dimenticare. Intorno a me le vette più alte del Parco Nazionale del Pollino, tutte oltre i 2.000 metri, la natura sorprendente dei pini loricati, le infinite praterie con i cavalli allo stato brado e poi arrivata in cima un panorama unico.
Serra Dolcedorme: la vetta più alta del Mezzogiorno
Il Serra Dolcedorme con i suoi 2.267 metri è la vetta più alta del Massiccio del Pollino e dell’Arco Appenninico Meridionale.
Quando ho visto su Facebook l’evento dell’uscita organizzata da Gaetano Sangineti mi si sono illuminati gli occhi. Avevo già scritto un articolo sui percorsi di trekking nel Pollino e finalmente avevo l’occasione di scoprire una piccola parte dell’area naturalistica più grande d’Italia, nonché Patrimonio Unesco.
Accanto all’entusiasmo e al forte desiderio di salire sul Serra Dolcedorme avevo un pizzico di paura: forse 20 km per me che non ero così allenata erano un po’ troppi ma alla fine non mi sono fatta bloccare dalla paura e sono partita lo stesso.
Il sentiero da Colle Impiso al Serra Dolcedorme
Il sentiero per raggiungere il Serra Dolcedorme inizia da Colle Impiso (1573 metri) che fa parte del comune di Viggianello. È il punto di partenza per la maggior parte dei percorsi di trekking nel Parco Nazionale del Pollino e lo raggiungi imboccando l’uscita Campotenese dell’Autostrada A2 del Mediterraneo. Al bivio svolta a destra in direzione Rotonda e poi continua sulla Strada Statale 19 delle Calabrie fino ad arrivare all’Hotel Regina. Da qui prosegui verso destra sulla Strada Provinciale 137 fino alla Cappella della Madonna del Carmine e poi gira a destra passando dal Piano di Ruggio e dal Rifugio De Gasperi fino a raggiungere il parcheggio di Colle Impiso.
Nella prima parte del cammino verso il Serra Dolcedorme seguiamo il sentiero dei carbonai, addentrandoci all’interno di una bellissima faggeta. Dopo aver attraversato i piani di Vacquarro, la prima sosta è alla sorgente “Spezzavummola”, così definita perché le sue acque sono talmente gelide da spezzare la “vummola”, ovvero il vaso di terracotta tradizionale usato per conservare l’acqua. Da qui continuiamo fino ad arrivare a Piano Gaudolino (1.692 metri) e poi saliamo verso sinistra imboccando un sentiero che ci porterà verso la dolina di Pollinello. È qui che inizia la magia. Incontriamo i primi pini loricati, gli alberi monumentali simbolo del Parco Nazionale del Pollino, completamente attorcigliati su se stessi per resistere ai venti e alle temperature gelide di queste quote così elevate.
Proseguiamo verso Colle Del Malevento (1985 metri), il valico che separa il monte Pollino dal Serra Dolcedorme. È la parte più tosta ma vado avanti nonostante il forte dislivello, oramai manca poco alla Vetta più alta del Sud Italia.
Arrivata in cima il primo pensiero è quello di catturare con macchina fotografica e cellulare la bellezza intorno a me per farla vedere a chi quassù non c’è mai salito. Da un lato le timpe del borgo arbëreshe di Civita e San Lorenzo Bellizzi e dall’altro Castrovillari e il borgo di Morano Calabro.
Al ritorno seguiamo un percorso diverso passando dai Piani di Pollino. Una sosta obbligatoria è al “Trabucco del Pollino”, uno degli inghiottitoi più profondi del sud Italia segnalato per la prima volta agli inizi dell’ottocento da un gruppo di viaggiatori napoletani e da anni oggetto di numerosi studi da parte di speleologi, ricercatori del settore e semplici appassionati provenienti da tutte le regioni.
Riprendiamo il cammino e per un paio di minuti rimango indietro rispetto ai miei compagni di viaggio. Mi volto e guardo il Serra Dolcedorme. Ancora non riesco a credere di essere arrivata lassù, a quota 2.267 metri di altezza, di aver superato le mie stupide paure e aver messo da parte la stanchezza fisica per godermi questa esperienza unica ed irripetibile.
Come organizzare l’escursione al Serra Dolcedorme
Se vuoi raggiungere il Serra Dolcedorme ti consiglio di affidarti a Gaetano Sangineti, guida ufficiale del Parco Nazionale del Pollino, e uno dei professionisti che fa parte della rete di guide e associazioni che ho scelto come punto di riferimento.
Contatti:
Sito web: discoverpollino – destinazionepollino
Tel. +393495346434
email: gaetanosangineti@gmail.com
Pagina Facebook – Profilo Instagram
Per quanto riguarda l’attrezzatura ti suggerisco di portare con te i bastoncini, degli scarponi alti da trekking, uno zaino con almeno 2 litri di acqua e qualche snack (frutta, cioccolata, barrette energetiche).
Per l’abbigliamento è sempre consigliato vestirsi a strati. In estate: pantaloni lunghi, maglietta tecnica, kway, cappello, meglio se con la falda larga. Non dimenticare di mettere prima della partenza la crema solare con protezione 30 o 50 se hai la carnagione chiara perché a quelle quote rischi di scottarti.
Informazioni pratiche del sentiero per arrivare al Serra Dolcedorme
- Lunghezza: 21 km
- Dislivello: 700 metri
- Durata stimata: 8 ore
- Difficoltà: EE (escursionisti esperti)
- Periodo ideale: da maggio a ottobre
Curiosità: origine del nome Dolcedorme
Il nome “Serradolcedorme” è riferito al profilo della montagna che, vista dal versante settentrionale, sembra una donna distesa e addormentata.
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