La prima cosa che puoi fare appena arrivi a Civita è parcheggiare la macchina e passeggiare tra i vicoli del centro storico: ad aspettarti con le loro buffe espressioni ci sono le case Kodra. Hanno qualcosa in più delle semplici mura, ad osservarle bene è come se ti parlassero: hanno piccole finestrelle che sembrano occhi, canne fumarie come nasi e porte simili ad una bocca. Eppure hanno i loro difetti: a qualcuna manca il naso o addirittura ce l’ha storto; qualcuna ha una bocca più grande, altre ce l’hanno più piccola.
Scovarle è una vera caccia al tesoro perché nel borgo arbëreshe non ci sono indicazioni, devi solo farci un po’ l’occhio e osservare ogni casa attentamente perché può sfuggirti.
Io le ho scoperte per la prima volta nel 2016 quando ho fatto l’escursione alle Gole del Raganello e ancora oggi quando torno a Civita mi fermo sempre a scattare qualche foto.
Storia e struttura delle Case Kodra di Civita
Queste curiose casette dal volto umano sono state costruite in pietra tra il 1600 e il 1700 e nonostante il passare del tempo sono rimaste quasi tutte intatte.
Anticamente erano abitate solo durante l’inverno perché durante il resto dell’anno i civitesi stavano in montagna per lavorare nell’agricoltura e nella pastorizia.
Al piano terra, in corrispondenza della canna fumaria, c’era la porta del magazzino; al piano superiore la zona notte con la cucina e il grande camino. Ai lati le due finestrelle che servivano per far uscire il fumo nelle giornate più ventilate e sul tetto un bel comignolo.



L’origine del termine “case Kodra”
Il termine “Kodra” è stato dato da Stefania Emmanuele, sociologa, giornalista e insegnante, che notò queste singolari abitazioni nel 2005 durante una delle sue uscite fotografiche. Era appena ritornata nel paese dei nonni paterni dopo circa 10 anni vissuti a Roma e per lei Civita era una continua scoperta.
Le casette antropomorfe le ricordavano lo stile del pittore post cubista albanese Ibrahim Kodra che aveva conosciuto di persona quando visitò Civita e gli altri paesi arberesh nel 1999. All’epoca, l’artista di fama internazionale amico di Picasso, dipinse alcuni angoli del paese, per lo più i comignoli, altra particolarità architettonica delle case civitesi.
Dopo aver saputo della sua scomparsa nel febbraio del 2006, decise di dedicare a lui le casette antropomorfe, chiamandole appunto “case Kodra”.
Itinerario dei comignoli e delle case Kodra
Di case Kodra a Civita ce ne sono una decina e sei di queste fanno parte di un itinerario di trekking urbano che trovi all’interno della guida tascabile “Camminate Civitesi” di Stefania Emmanuele, disponibile presso il Museo Etnico Arbresh.
Di preciso si tratta di due percorsi, arancione e azzurro, che si snodano tra le stradine dei due rioni, Sant’Antonio e Magazzeno. Il primo situato nella zona alta del paese, dove si trova la casa Kodra più bella, ad oggi in fase di ristrutturazione; il secondo nella parte bassa, più centrale e movimentato.
Nella guida di Stefania trovi anche le foto e i nomi/soprannomi in albanese della famiglia proprietaria che sono stati dati a ciascuna casa Kodra.
Se vuoi approfondire ti lascio il link del sito in cui Stefania racconta nel dettaglio la scoperta, l’incontro con Ibrahim Kodra, l’evoluzione e molto altro.
Sito web: Case Kodra
Per approfondire leggi anche questo articolo.
Civita: il borgo dall’anima arbëresh del Parco Nazionale del Pollino
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